Chiudiamo il 2010 con qualche piccola riflessione sullo stato di salute della pubblicità in Italia dal punto di vista di 239 Opinion Leader del mondo del marketing e della comunicazione che hanno aderito al nostro Survey online. Come tutti i survey e i sondaggi online anche il nostro coglie prevalentemente gli umori e sentimenti. Tuttavia, gli orientamenti delle risposte, su alcune temi chiave come ad esempio su quali canali si orienteranno gli investimenti nei prossimi cinque anni forniscono spunti molto interessanti che dovremmo approfondire nei prossimi mesi, magari con uno o più survey specifici.
Vi sono due dinamiche davvero rilevanti: più della metà del campione ritiene che i “canali innovativi” saranno la nuova arena della comunicazione pubblicitaria tra cinque anni, mentre i “canali tradizionali” che oggi sono ritenuti la principale destinazione degli investimenti (lo pensa il 63,6% del campione) manterranno tale ruolo solo per il 22% del campione (una flessione di 41,6 punti percentuali!). Vedremo come andrà a finire. Un secondo ambito approfondito dal survey riguarda la percezione di innovazione associata alla comunicazione. Anche quì vi sono due indicazioni molto interessanti: il 27% ritiene che l’innovazione sia da ricercarsi nei metodi e negli strumenti (più efficaci) per misurare l’efficacia della pubblicità, mentre solo il 13% del campione pensa che si debba innovare anche nei contenuti, quindi nelle forme narrative, negli stili, nei linguaggi e nelle tecnologie. L’automotive è il segmento considerato “più innovativo”, lo afferma un intervistato su due. A grande distanza nella lista dei segmenti più innovativi troviamo l”entertainment”(32,2%), le “telecomunicazioni” (31,3%) e il “beverage” (27,4%).
Esiste una formula magica per rendere più efficace la comunicazione? I nostri intervistati hanno definito gli ingredienti essenziali: contenuti emozionali e fare leva sulle dinamiche relazionali (non è un caso che proprio il marketing relazionale sta entrando in tutte le aziende come una delle nuove tendenze, soprattutto delle aziende counsumer-oriented). Tra gli strumenti di misurazione dell’efficacia e anche dlele emozioni il 38,2% indica il neuromarketing come l’insieme di metodologie e tecnologie che possono aiutare a migliorare i contenuti, la brand awareness e la narrazione.
Per discutere insieme questi e altri argomenti legati alla comunicazione vi invito a scrivere sul nostro blog e lasciare i vostri commenti (ma anche per suggerirci i temi dei prossimi survey).
A questo punto vi auguro una buona lettura dei risultati e anche buone vacanze!
Grazie a tutti
Francesco Gallucci
Presidente di 1to1lab