sabato 15 dicembre 2007

Le relazioni umane in una comunità 3D: dove sono le emozioni?

Cosa si prova “veramente” a dialogare con un avatar? Ci sono due aspetti del problema, uno di natura tecnica e l’altro legato ai sentimenti. Il primo dipende molto dalla possibilità di usare in modo integrato tutte le opzioni di comunicazione, dalla la mimica allo scambio di contenuti testuali e grafici. Tutti aspetti destinati a migliorare con la diffusione delle connessioni a banda larga e della crescente disponibilità di hardware performanti a prezzi accessibili al grande pubblico. L’altro aspetto, il più importante, è la natura emozionale dei contenuti della comunicazione. Nel dialogo tra avatar, come per la comunicazione in chat , sono i media a condizionare i contenuti e il linguaggio rendendoli stringati, gergali, criptici e estremante funzionali. Le caratteristiche dei contenuti si sono adattate ai mezzi. Ma credo che questa sia solo una fase di passaggio verso un altro rapido cambiamento dei linguaggi e dei contenuti resi possibili dalle nuove funzionalità già disponibili. A breve, mi aspetto che lo stesso concetto applicativo di chat cambierà. Infatti, già adesso il software offre all’utente un ambiente tridimensionale interattivo, orientato al gioco ed alla socialità, all’interno del quale si svolge l’esperienza di chat. Che impatto ha questa nuova possibilità? L’utente di questa nuova tipologia di applicazioni può vivere un’esperienza profondamente diversa rispetto a quella vissuta da utente di una chat tradizionale.

Per queste possibili implicazioni "emozionali" il software è già finalizzato all’esecuzione di specifici esperimenti applicativi utili a comprendere le modalità d’uso di tali nuove applicazioni, le dinamiche sociali che in esse si verificano, ovvero le modalità di comunicazione, interazione e relazione adottate dagli utenti. L’impatto può essere davvero notevole, anche sul piano culturale e sociologico soprattutto su due fronti, la Computer Mediated Communication e il Digital Entertainment. Il primo perché il software è uno strumento di comunicazione interpersonale, il secondo per la sua l’evidente vocazione videoludica e per le finalità di evasione e divertimento che normalmente caratterizzano l’uso delle chat grafiche tridimensionali. Penso che ne riparleremo a breve.

martedì 23 ottobre 2007

Oltre la shopping experience c’è Flowmarket, il supermercato dell’anima

Eccoci di nuovo a cogliere spunti interessanti su cosa accade si muove nel “flusso” e come questo muove le emozioni. Raccontava Giancarlo Ligabue, il grande archeologo ed esploratore, di quando i suoi portatori indios in Amazzonia improvvisamente si fermarono senza apparente ragione affermando che stavano andando troppo veloci e le loro anime erano rimaste indietro. Ora anche noi ci stiamo chiedendo se forse la nostra vita scorre più velocemente della nostra anima. A proposito, è vero che pesa solo 21 grammi? Non dovrebbe essere difficile immaginare un contenitore adatto per il suo trasporto, magari è solo un’idea fantasiosa…oppure no? In Danimarca il solito designer geniale e pragmatico (combinazione tipica di quei luoghi) ha fatto di più, ha montato un business etico sul tema dell’anima creando una catena di supermercati, Flowmarket che vende tutto ciò che buono per noi, per gli altri e per la natura. E’ chiaramente una provocazione, per farci pensare, metterci di fronte alla nostra vita e alle nostre scelte vendendo il flusso e prodotti come il sacchetto di aria pulita, il secchio di sviluppo sostenibile, lo spray alle buone vibrazioni o la lozione per dissolvere l’inquinamento. Flowmarket, dopo il primo shop a Copenaghen presso il Danish Design Centre ha già aperto in Svizzera, USA, Taiwan e China. L’dea è di commercializzare soluzioni ai problemi del mondo confezionandoli in contenitori a noi familiari come lattine, bottiglie di plastica, porta pillole, barattoli di vetro eliminando ogni possibile segno di riconoscimento e trasformandoli in icone di se stessi. Flowmarket apre anche per brevi periodi in musei, eventi e festival adottando la filosofia dei guerrilla-store e dei temporary shop. E’ possibile acquistare anche online andando sul sito www.flowmarket.com. A Shanghai dove ha aperto pochi mesi fa Flowmarket mette in vendita più di 16 mila prodotti è già un fenomeno di moda. I prodotti più richiesti in Cina sono quelli che aiutano a “liberarsi dallo stress” e a “pensare in maniera razionale” mentre in Europa e negli Stati Uniti i prodotti più venduti nei Flowmarket pare siano quelli che riportano le scritte “stop” e “amore incondizionato”. Dopo sole tre ore dall’inaugurazione erano stati venduti già 50 prodotti, il fattore di presa è stato “ricordare agli acquirenti quello che è veramente importante nella società dei consumi” proponendo una visione olistica della vita esasperando il concetto di supermercato, vale a dire il simbolo più spinto della nostra civiltà dei consumi.

lunedì 30 luglio 2007

Second Life è emozionale?


Da pochi giorni l'ondata emozionale dei critici di superficie ha raggiunto anche i lidi 3d di Second Life "le aziende fuggono da SL", "la pornografia invade SL", "la nuova droga dei giorvani... SL". Chi ha più di vent'anni (contando anche i giovanissimi degli Anni Novanta) ha già sentito questa sequenza di superficialità quando la neonata Rete muoveva i primi passi. La tendenza all'infanticidio è parecchio diffusa, pare! ma diamogli almeno il tempo di registrare i primi risultati, buoni o cattivi che siano! E poi, è proprio necessario che un nuovo livello di vita, sia pure 3d, virtuale o multiversa debba ottenere dei risultati per essere accettata nella nostra caotica infosfera?
Pochi giorni fa abbiamo completato la prima ricerca non-verbale su SL. Cosa abbiamo fatto? A turno un certo numero di visitatori con rispettivi avatar si sono materializzati sull'isola di Vulcano, hanno incontrato altri avatar sperimentando le varie forme di comunicazione e di relazione che SL permette. Poi hanno visitato un supermecato virtuale con tanto di scaffali e hanno simulato degli acquisti. Il tutto è stato monitorato con la metodologia biofeedback di 1to1lab che ha evidenziato i livelli di attenzione, di capacità di evocazione di vissuti pregressi stimulati dalle situazioni richiamate da SL, il livello di ansietà e la capacità di apprendimento. I primi risultati sono davvero interessanti. Per esempio l'esplorazione degli scaffali in modalità mouselook consente di seguire, quasi in condizione reale, l'esperienza di scelta e di acquisto simulato (stiamo parlando di un test, naturalmente!) di un prodotto. Molto interessante. Vedremo a settembre con i risultati integrali. Qualcuno ha già sperimentato qualche test o ricerca di marketing su SL? ne riparliamo a settembre. Buone vacanze.

venerdì 27 luglio 2007

Subliminal Advertising


Questo è un esempio di come la percezione visiva può elaborare tutte le informazioni, anche le meno rilevanti, fino a creare delle idee creative che al momento della loro proposizione appaiono all'autore come frutto della sua inventiva...ma non è così!

giovedì 19 luglio 2007

Ricerca polisensoriale

E' possibile che una nota musicale, ad esempio il Mi, sia percepita allo stesso modo del colore Rosso? E se chiedessimo ad una persona di ascoltare una serenata di Mozart e poi chiedergli di assaggiare una torta Sacher potremmo scoprire che entrambi gli stimoli attivano le stesse reazioni cognitive/emozionali? Sul fatto che il Rosso appartenga alla stessa gamma percettiva del Mi credo che si tratti di una possibilità ragionevole. Quanto alla corrispondenza tra la torta Sacher e la musica di Mozart, per quanto provenienti dalla stessa area geografico-culturale, posso solo intravedere una possibilità di ricerca a lungo termine. In 1to1lab stiamo provando a sperimentare proprio la prima delle due possibilità. Nei prossimi giorni, esattamente il 26, 27 e 30 luglio (nonostante il caldo!) effettueremo il primo test sulla percezione cognitivo/emozionale di tre tipi di stimoli : colori, odori e suoni. Le persone coinvolte (circa una dozzina) saranno testate utilizzando il biofeedback, una tecnologia che misura le reazioni non-verbali a specifici stimoli a livello di onde cerebrali. Ognuno guarderà prima i colori (sette), poi annuserà da un contenitore degli odori conosciuti (sette) e quindi ascolterà le "sette note". I risultati saranno pubblicati sul sito di 1to1lab (www.1to1lab.com) a settembre. Perchè fare un test del genere? perchè è necesssario approfondire le relazioni tra stimoli diversi e capire se vi sono aggregazioni (es. rosso + odore di menta + Mi) che generano un coinvolgimento maggiore perchè attivano lo stesso modello percettivo. Poi sarà il turno del gusto (quindi vedremo se esiste una correlazione tra la Sacher e un certo colore) e del tatto. La strada è appena all'inizio, ma già sembra molto promettente pensando a possibili utilizzi in ambiti dicersi (punti di vendita, pubblicità, editoria ecc...)
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