giovedì 23 dicembre 2010

La pubblicità scopre i canali più innovativi

Chiudiamo il 2010 con qualche piccola riflessione sullo stato di salute della pubblicità in Italia dal punto di vista di 239 Opinion Leader del mondo del marketing e della comunicazione che hanno aderito al nostro Survey online. Come tutti i survey e i sondaggi online anche il nostro coglie prevalentemente gli umori e sentimenti. Tuttavia, gli orientamenti delle risposte, su alcune temi chiave come ad esempio su quali canali si orienteranno gli investimenti nei prossimi cinque anni forniscono spunti molto interessanti che dovremmo approfondire nei prossimi mesi, magari con uno o più survey specifici.
Vi sono due dinamiche davvero rilevanti: più della metà del campione ritiene che i “canali innovativi” saranno la nuova arena della comunicazione pubblicitaria tra cinque anni, mentre i “canali tradizionali” che oggi sono ritenuti la principale destinazione degli investimenti (lo pensa il 63,6% del campione) manterranno tale ruolo solo per il 22% del campione (una flessione di 41,6 punti percentuali!). Vedremo come andrà a finire. Un secondo ambito approfondito dal survey riguarda la percezione di innovazione associata alla comunicazione. Anche quì vi sono due indicazioni molto interessanti: il 27% ritiene che l’innovazione sia da ricercarsi nei metodi e negli strumenti (più efficaci) per misurare l’efficacia della pubblicità, mentre solo il 13% del campione pensa che si debba innovare anche nei contenuti, quindi nelle forme narrative, negli stili, nei linguaggi e nelle tecnologie. L’automotive è il segmento considerato “più innovativo”, lo afferma un intervistato su due. A grande distanza nella lista dei segmenti più innovativi troviamo l”entertainment”(32,2%), le “telecomunicazioni” (31,3%) e il “beverage” (27,4%).
Esiste una formula magica per rendere più efficace la comunicazione? I nostri intervistati hanno definito gli ingredienti essenziali: contenuti emozionali e fare leva sulle dinamiche relazionali (non è un caso che proprio il marketing relazionale sta entrando in tutte le aziende come una delle nuove tendenze, soprattutto delle aziende counsumer-oriented). Tra gli strumenti di misurazione dell’efficacia e anche dlele emozioni il 38,2% indica il neuromarketing come l’insieme di metodologie e tecnologie che possono aiutare a migliorare i contenuti, la brand awareness e la narrazione.
Per discutere insieme questi e altri argomenti legati alla comunicazione vi invito a scrivere sul nostro blog e lasciare i vostri commenti (ma anche per suggerirci i temi dei prossimi survey).
A questo punto vi auguro una buona lettura dei risultati e anche buone vacanze!
Grazie a tutti
Francesco Gallucci
Presidente di 1to1lab

venerdì 19 novembre 2010

So quel che senti




Lucia Pizzo Russo

So quel che senti
Neuroni specchio, arte e empatia

Edizioni ETS (2009)


Qual è la relazione tra neuroni ed empatia?

Il presupposto da cui partire è che la comprensione dell’altro e dell’opera d’arte siano empatizzate e non percepite. L’empatia intersoggettiva comprenderebbe quindi anche l’empatia estetica. Dopo una riflessione sul termine espressione l’autrice riporta la definizione che Lipps dà di empatia, intesa come la relazione tra un’opera d’arte e l’osservatore che immaginativamente proietta se stesso nell’oggetto contemplato. Empatia non ha lo stesso significato di espressione, l’espressione si incontra nell’oggetto, ma è del soggetto ed è grazie all’empatia che noi veniamo a sapere della vita della coscienza dell’altro. Autori della Gestalt come Köhler criticano questa teoria e collegano la comprensione degli altri e delle menti altrui alla percezione, alla comprensione diretta.

Qual è allora la relazione tra arte, emozione ed espressione?

Secondo Arnheim è stata la risonanza corporea del soggetto, il suo sentire le dinamiche dell’oggetto, non spiegabile con la tradizionale teoria della percezione ad aver condotto alla teoria dell’empatia, cioè alla nozione che l’espressione altro non sia se non l’esperienza propria passata o presente dell’osservatore stesso proiettata sul percetto.

Come comprendiamo la mente altrui?

Gli autori della Teoria della Mente affermano che l’individuo attribuisce stati mentali a sé e agli altri. Ricerche neuroscientifiche hanno verificato che esistono due tipi di neuroni visuo-motori implicati in questo meccanismo: i neuroni canonici sono attivati immediatamente prima e durante l’esecuzione del movimento e anche quando il soggetto guarda l’oggetto; i neuroni specchio sono quasi identici a quelli canonici, si attivano quando l’animale muove la mano per prendere un oggetto e inviano comandi per uno scopo che richiede l’impiego coordinato di parecchi muscoli, cioè sono attivi quando si osserva un altro soggetto che compie un’azione. Questa scoperta chiama in causa l’empatia: propone cioè un meccanismo neurologico per spiegare come possiamo capire che cosa fanno gli altri. È un sistema empatico quasi naturale. La scoperta dei neuroni specchio e dell’esistenza di un sistema analogo nell’uomo rende lecita l’ipotesi che queste rappresentazioni motorie vengano utilizzate anche per creare rapporti empatici con gli altri.

Come applicare l’empatia e le evidenze neuroscientifiche all’estetica (empatia neuroestetica)?

Secondo Freedberg e Gallese, l’ipotesi è che l’elemento cruciale nell’apprezzamento estetico consista nell’attivazione di meccanismi incarnati in grado di simulare azioni, emozioni e sensazioni corporee e che questi meccanismi siano universali. Questo livello elementare di reazione è essenziale per capire l’efficacia che hanno su di noi sia le immagini della vita quotidiana sia quelle artistiche. L’esperienza estetica è definita come empatica e non percettiva perchè chiama in causa il processo di simulazione incarnata, il quale è automatico, inconscio e pre-riflessivo. Il cervello simula creando dei modelli del comportamento nostro ed altrui che noi utilizziamo per dare un significato a ciò che osserviamo o agiamo. Secondo Gallese, percepire un’azione e comprenderne il significato equivale a simularla internamente.

É possibile leggere la mente degli altri?

L’autrice riporta la critica di Iacoboni all’utilizzo del termine leggere: egli infatti afferma che noi in realtà percepiamo, rispecchiamo internamente in modo spontaneo, automatico e inconscio. Dal rispecchiamento si passa allora alla simulazione e da qui all’empatia. Il sistema mirror è un meccanismo che incarna una rappresentazione astratta dell’azione che però non è astratta perché è incarnata all’interno del nostro sistema motorio.
Dalla revisione di queste teorie filosofiche, psicologiche e giungendo a quelle neuroscientifiche, l’autrice conclude che l’evoluzione ci ha predisposto non tanto all’empatia, bensì ad interagire.

domenica 14 novembre 2010

iBrain - Gli effetti di internet sul nostro cervello

Sappiamo che internet ha provocato una vera e propria rivoluzione nelle nostre abitudini, nel nostro modo di comunicare e informarci, nel nostro modo di fare shopping...ebbene, non è tutto qui! In realtà ha fatto molto di più: ha modificato e continua a modificare il modo in cui il nostro cervello funziona, si sviluppa e interpreta le informazioni. E non stiamo parlando solo delle nuove generazioni cresciute a pane e informatica!
Infatti uno studio condotto dal Prof. Gary Small dell’Università della California (UCLA) e pubblicato nel libro iBrain: Surviving the Technological Alteration of the Modern Mind, ha comparato (attraverso un monitoraggio con fMRI) le aree celebrali che venivano attivate durante compiti di web searching e durante compiti di lettura di libri cartacei, in due gruppi di persone “mature” (dai 55 ai 76 anni) che si differenziavano tra loro solo per la familiarità con l’uso di internet (novelli internauti vs internet users). Durante la lettura di libri le aeree celebrali coinvolte erano simili nei due gruppi; mentre durante la ricerca su internet i dati differivano: chi aveva precedenti esperienze di navigazione attivava in modo più esteso i circuiti neurali connessi con i processi di decision making e con il pensiero complesso (un’attivazione più di due volte superiore : 21,782 voxels, contro solo 8,646 voxels per chi non naviga abitualmente). Queste differenze (dovute in parte alla normale attività di apprendimento) dimostrano che anche il cervello di persone non più giovanissime è in grado di modificarsi funzionalmente e di adattarsi con successo a nuove situazioni. Altro risvolto positivo, già più volte sottolineato: le attività che tengono impegnata la nostra mente e ci spingono all’acquisizione di nuove modalità di pensiero preservano la salute del cervello, ne migliorano la performance e le abilità cognitive.
Il Prof. Small precisa poi che se da un lato le nuove tecnologie accellerano il processo di apprendimento, promuovono la creatività, e ci fanno diventare più veloci nel prendere le decisioni, dall’altro presentano potenziali pericoli (soprattutto per ragazzi più giovani): l’isolamento sociale, l’internet addiction, i disturbi dell’attenzione e una maggiore superficialità nel trattamento delle informazioni e delle conoscenze.
La costante presenza dell’high-tech nella nostra vita è una spinta evolutiva: in futuro le persone meglio adattate saranno quelle che riusciranno a mixare buone competenza sociali con ottime capacità in ambito tecnologico.

giovedì 14 ottobre 2010

Thesis - Ascoltare con gli occhi

La sezione Thesis si arrichisce di un altro interessante contributo. Valeria Poretti ci dimostra come uno stimolo uditivo sia in grado di influenzare la modalità di percezione visiva, la rappresentazione mentale e la performance sul ricordo, oltre che la nostra condizione emotiva (cosa di cui abbiamo un'esperienza quotidiana!). Modificare le strategie di information processing attraverso la musica...interessante e piacevole.

Titolo: Ascoltare con gli occhi
Candidato: Valeria Poretti
Relatore: Alessandro Antonietti
Università Cattolica del Sacro Cuore (Milano)
Facoltà di Psicologia - Corso di Laurea: Scienze e Tecniche Psicologiche

Abstract
La ricerca parte dal presupposto che durante l'ascolto di un brano musicale, la nostra mente produca immagini che influenzano l'ascolto stesso della musica. Si è inoltre ipotizzato che l'ascolto di brani musicali differenti (rilassante, attivante, aggressivo), producesse effetti diversi ed immagini mentali coerenti alla tipologia di brano ascoltato. La ricerca è stata condotta su un campione di 30 soggetti, tutti studenti universitari, tra i 19 ed i 29 anni.
Mediante l'utilizzo della metodologia di eye-tracking, si è potuto osservare che durante l'ascolto dei diversi brani musicali, si hanno movimenti oculari coerenti al tipo di musica ascoltato: più attivi e dinamici per il brano aggressivo e attivante, più concentrati nella parte centrale dello schermo per il brano rilassante. Grazie alle registrazioni effettuate con il biofeedback (conduttanza cutanea, frequenza cardiaca), si sono registrati parametri fisiologici coerenti al tipo di brano ascoltato. Con l'ausilio di un questionario si è inoltre verificata l'influenza delle immagini mentali sulla fruizione musicale. Le immagini mentali modificano la percezione dello stato emotivo, hanno effetto sulla memoria ed il ricordo. In particolar modo per il brano rilassante il ricordo migliora grazie alla visualizzazione mentale. Si è dunque verificato il presupposto di partenza, la musica può essere ascoltata anche con gli occhi: nella nostra mente visualizziamo immagini che si modificano seguendo note e melodie.

Keywords: visualizzazione mentale, movimenti oculari, emozioni, ricordo, ascoltare, Eyetracking

mercoledì 13 ottobre 2010

The Mp3 Experiment Seven

Un esperimento collettivo. Potrebbe modificare i luoghi e le abitudini di comportamento, i ricordi e i collegamenti tra gli oggetti oppure no. Il divertimento sembra garantito.

martedì 12 ottobre 2010

In un batter di ciglia

Malcolm Gladwell

In un batter di ciglia

Il potere segreto del pensiero intuitivo

Mondadori (2005)


More about In un batter di ciglia


Il testo di Gladwell racconta del colpo d'occhio, della spontaneità di giudizio che avviene in 2 secondi e che ci permette di dare un senso alla realtà che ci sta dinnanzi.
Riportando esempi molto differenti (decisione sull'originalità o falsita di una statua, la lettura della mente nel Bronx, quanto durerà un matrimonio, come ci si prende ciura del cliente, come gestire un'emergenza nel pronto soccorso...) l'autore evidenzia che la cognizione intuitiva è influenzata anche dalle emozioni vissute dal soggetto e che queste svolgono due funzioni: di stabilire le priorità tra i diversi scopi e di focalizzare l’attenzione su un numero limitato di elementi informativi in ogni determinata situazione.
Come conseguenza di ciò si ha quindi che, spesso, la fretta e i pregiudizi possono indurre uno stato di accecamento. Obiettivo generale del libro, leggero e divertente, è rivalutare il ruolo della cognizione intuitiva associata alle emozioni per provare ad educarlo ed addestrarlo.
Le basi teoriche del testo sono quelle della psicologia e delle neuroscienze le cui scoperte affermano che durante la selezione delle informazioni intervengono elementi esplicitamente rilevanti per la decisione, ma anche altri apparentemente non rilevanti, detti impliciti.
Il primo tipo di informazioni consiste nelle strategie esplicite e nelle regole decisionali che permettono di definire gli stimoli rilevanti per il processo decisionale. Le informazioni implicite sono misurabili invece attraverso le proprietà emotive, il grado di fiducia e di piacere prodotto.

Ciò significa che nella presa di decisione agiscono due sistemi: uno di natura intuitiva e uno fondato sul ragionamento ed è possibile prevedere l’utilizzo di due percorsi distinti da parte del soggetto, uno fondato su strategie razionali, uno su rappresentazioni legate a componenti emotive, pregresse e inconsce.

lunedì 11 ottobre 2010

Siamo meno intelligenti della nostra mente

In questo video viene esposto in modo chiaro quanto la nostra mente ci aiuti ogni giorno, quanto non ci faccia soffrire nel prendere ogni singola decisione.
Non dimentichiamo comunque che le micro decisioni subconsce fanno parte della nostra vita e che scomporre i processi, per quanto quotidiani e rutinari siano, potrebbe essere una via per scorporare significato dalla complessità. E, perché no, utile per farci una risata sopra.

domenica 10 ottobre 2010

Nasce la partnership tra Time&Mind e 1to1lab


Un progetto di comunicazione richiede, per poter essere efficace, una profonda conoscenza del settore di riferimento. L'analisi dei competitor e delle best practice consente di delineare gli elementi "immancabili" di un sistema di comunicazione. Per arrivare a questo livello di conoscenza, Time & Mind adotta il metodo della "desk analysis" che consente ai designer di avere gli elementi fondamentali per lo sviluppo del progetto.Per verificare l'efficacia di un layout grafico o di un messaggio audiovisivo, Time & Mind ha stretto una partnership con 1to1lab, società leader nell'analisi del biofeedback e detentrice di un importante know-how legato al neuromarketing. In questo modo, il design non è più lasciato alla soggettività del gusto individuale ma si fonda su solide basi scientifiche.Il servizio Web-Lens porta sistemi di misurazione oggettivi basati sull’integrazione di neurometriche e modelli di psicologia cognitiva nel mondo della comunicazione digitale, sinora affidata più alla creatività che a una ricerca sistematica dell’efficacia.Il monitoraggio della reputazione e la costante supervisione della "digital presence" di un brand, un prodotto o una persona fanno parte dei servizi offerti da Time & Mind. Un progetto di comunicazione, soprattutto se digitale, non si ferma mai, è indispensabile monitorarne gli sviluppi ed essere pronti a intervenire qualora si manifestino segnali potenzialmente negativi.Grazie a questo modo di concepire la comunicazione, Time & Mind non è una semplice web agency ma un vero partner che aiuta le aziende a crescere.

Gli obiettivi della partnership si sintetizzano in:
Creare e supportare progetti orientati al Web 2.0 e alla pubblicità BTL attraverso l'utilizzo della metodologia di Neuromarketing. Sostenere iniziative educational volte a promuovere e divulgare la metodologia, gli strumenti e i servizi legati al Neuromarketing. Promuovere iniziative mirate a valorizzare l'adozione delle soluzioni tecnologiche da parte delle imprese.
Link a Time&Mind

venerdì 8 ottobre 2010

Thesis - Dinamiche d'acquisto e neuromarketing. Effetto masking e indici neuropsicologici

Per la sezione “Thesis – Piccoli neuromarketers crescono”, cominciamo col pubblicare la Tesi di Valeria Trezzi, nostra giovane e preziosa collaboratrice. Se volete farvi un giro tra ERP, indici autonomici e tempi di risposta, questo lavoro fa per voi....
Un esempio di neuromarketing applicato all’indagine delle dinamiche di acquisto.

Titolo: Dinamiche d'acquisto e neuromarketing. Effetto masking e indici neuropsicologici
Candidato: Valeria Trezzi
Relatore: Michela Balconi
Università Cattolica del Sacro Cuore (Milano)
Facoltà di Psicologia - Corso di Laurea specialistica in Psicologia dello Sviluppo e della Comunicazione

Abstract:

Le basi teoriche della tesi sono quelle del neuromarketing e della psicologia del marketing. Il neuromarketing è il campo di studi che applica i metodi neuroscientifici per analizzare e comprendere il comportamento umano in relazione ai mercati e al marketing. Obiettivo della ricerca è di verificare se le variabili indipendenti tipologia di bene (consumo o lusso), stimolo distrattore (positivo, negativo, neutro), condizione di presentazione sovraliminale o subliminale provocassero variazioni nelle seguenti variabili dipendenti: indici ERP, indici autonomici, tempi di risposta, scelta d’acquisto. Sono inoltre state studiate le correlazioni della scala Bis-Bas con ERP e indici autonomici. Gli stimoli utilizzati per i prodotti provengono dal database dell’Università Cattolica, mentre le immagini emotive dallo IAPS; gli strumenti utilizzati sono l’EEG, il Biofeedback e la scala Bis-Bas. Le variabili che differenziano per gli ERP sono la condizione sovraliminale (P200 e P300 marcate) e quella subliminale (N200 e N400 marcate), il genere (N200 marcata nei maschi nell’area centrale per stimoli positivi, N400 marcata nei maschi, P200 marcata per femmine che acquistano il prodotto, P300 marcata in Pz per femmine che non acquistano il prodotto), le aree e la mediana (area Frontale per ERN100, area Centrale per N200 e N400, area Parietale per P200 e P300). Per gli indici autonomici differenziano per SCL lo stimolo distrattore neutro (meno attivante rispetto a quelli emotivi) e i beni di lusso per PVA (PVA più alta). In accordo con la letteratura tutti gli indici ERP analizzati sono stati rilevati nelle aree ipotizzate e sono state rilevate correlazioni tra Bis-Bas e attivazione frontale degli ERP.

Keywords: Neuromarketing, Neuroeconomia, ERP, EEG, indici autonomici, emozioni, decision making

giovedì 7 ottobre 2010

Thesis - Piccoli neuromarketers crescono

Attraverso il nostro blog vogliamo conoscere e dare spazio e visibilità a tutti quegli studenti e ricercatori che hanno svolto una tesi su argomenti connessi al neuromarketing, al consumer behaviour, ai processi di decision making, all’usabilità, all’ergonomia,..., o che hanno utilizzato metodologie e strumenti “nuovi” di ricerca (Eye Tracking, Biofeedback...).
Siamo curiosi di scoprire gli infiniti modi attraverso i quali oggi si applicano le neuroscienze ai settori più diversi. La nostra intenzione è quella di tenerci “aperti” alle novità e di confrontarci con chi si occupa o vuole cominciare ad occuparsi di questo settore.

Chiunque fosse interessato alla pubblicazione online del proprio lavoro potrà inviarcelo tramite mail a v.trezzi@1to1lab.com rispettando la seguente struttura:
  • Nome e cognome del candidato
  • Nome e cognome del relatore
  • L’università o l’Ente presso cui è stata svolta la tesi/ricerca
  • La facoltà/corso di laurea
  • Abstract (max 15 righe)
  • Keywords (max 6)
  • Future developments (facoltativo)
Alcuni di voi saranno invitati presso il nostro laboratorio per realizzare una video presentazione del proprio lavoro.

giovedì 30 settembre 2010

Workshop in Bocconi: emozioni e cosumatori

Mi faccio impresa

Workshop

Consumo come esperienza: conoscere le emozioni del cliente

Relatori:
Isabella Soscia - Professore di International Marketing Research, Università Bocconi
Francesco Gallucci - Presidente 1to1lab e Professore di Sociologia della Comunicazione, Politecnico di Torino

Università Bocconi: sabato 2 ottobre h.15-16 - via Roentgen 1 Milano

La conoscenza e lo scambio di informazioni sono al centro di MiFaccioImpresa: il Salone propone un fitto calendario di convegni e workshop pensati per guidare il visitatore attraverso tutti gli step necessari a "fare impresa".
Il programma è articolato in funzione delle aree dello start-up aziendale: gli argomenti trattati vanno dall’elaborazione del modello di business alla scelta della forma societaria fino alla formalizzazione, dalla ricerca di finanziamenti e agevolazioni alla definizione delle strategie di marketing. E poi ancora, troverete indicazioni utili per la scelta della dotazione tecnologica e dei fornitori, la selezione dei collaboratori e la definizione dei percorsi di crescita professionale.

Per maggiori informazioni

martedì 28 settembre 2010

L'allegro neurochirurgo

In perfetto stile Wii, questa applicazione on-line vi farà eseguire tutte le fasi di una operazione al cervello.
Basta solo cliccare su click here to start ed il mitico sito EdHeads vi guiderà nelle viscere del cranio.
Do not try this at home e se siete deboli di stomaco astenetevi.
Potete sempre provare altre simulazioni dalla home page.

venerdì 24 settembre 2010

Tv Advertising Survey







Cogliendo le suggestioni del recente seminario “Neuroscienze e Marketing” (promosso dall’osservatorio TuttiMedia) dedicato all’applicazione del Neuromarketing come approccio sperimentale all’analisi dei messaggi audiovisivi, ti proponiamo questo Survey come stimolo per confrontarci sul tema della misurazione dell’efficacia della pubblicità televisiva.

Nella nostra percezione e nella nostra pratica professionale l’efficacia è un nodo problematico. Come la si genera? Come e con quale strumento la si misura? Come riusciamo a stabile se una pubblicità raggiunge lo scopo e il target per il quale è stata pensata? Quali sono i canali, i media su cui investire e quelli da ridimensionare ? Il Neuromarketing che ruolo può assumere in questa prospettiva?

Questa ricerca, promossa da 1to1lab su un campione di esperti di marketing e comunicazione, ha lo scopo di disegnare lo scenario presente e ha l’ambizione di cogliere alcuni tratti che caratterizzeranno i prossimi anni.

Se vuoi accedere alla compilazione del survey che comporta un impegno di pochi minuti clicca: Inizia il survey

I risultati saranno disponibili a partire dal 15-11-2010.
Ai partecipanti che ne faranno richiesta sarà inviato l’abstract della ricerca.

martedì 7 settembre 2010

Neuroscienze e marketing seminario Sipra

Osservatorio TuttiMedia 16 settembre – Milano. Neuroscienze e marketing

Pubblicato il 06 settembre 2010

Neuromarketing, approccio sperimentale che può fornire risposte su messaggi audiovisivi.

Nell’era delle immagini, dove anche sui giornali cartacei grazie alla Nota Elettronica sperimentata da Media Duemila i lettori possono accedere a filmati, l’Osservatorio TuttiMedia propone un momento di riflessione all’avanguardia con la prima conferenza su “Neuroscienze e marketing”, presso la sala riunioni della sede di Sipra a Milano (in Corso Sempione 73, ore 14:30).

Ad aprire i lavori sarà il presidente dell’OTM, Francesco Glazel Passerini. Seguirà l’intervento del professor Edoardo Teodoro Brioschi, ordinario della Facoltà di economia (Dipartimento di Scienze dell’economia e della gestione aziendale) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e presidente dell’IAA - Italy Chapter.

Il professor Pietro Pietrini dell’Università di Pisa (Dipartimento di patologia sperimentale, biotecnologie mediche, infettivologia e epidemiologia) analizzerà le relazioni tra cervello, emozioni e decision making nella fruizione del messaggio audiovisivo. I comportamenti e le scelte del pubblico verranno trattati dal professor Fabio Babiloni dell’Università Sapienza di Roma (Dipartimento di Fisiologia e farmacologia). Sull’efficacia della comunicazione e sui suoi effetti interverrà Francesco Gallucci, presidente di 1to1 Lab. Gianluca Zaffiro di Telecom Italia Lab proporrà una panoramica su Neuroscienze e marketing nel mondo. La parte dedicata ai possibili utilizzi in ambito aziendale è il tema affrontato dal professor Nicola Lattanzi dell’Università di Pisa (Dipartimento di Economia aziendale “Egidio Giannessi”).

Per partecipare occorre registrasi inviando una e-mail a media2000@tin.it

martedì 26 gennaio 2010

1to1lab Neuromarketing Online Survey

250 manager italiani hanno detto la loro sul Neuromarketing in Italia.
I risultati del primo studio condotto online da 1to1lab forniscono un quadro dello stato della conoscenza delle principali metodologie e tecnologie e sull'esperienza di utilizzo delle stesse da parte dei rispondenti.
Il primo dato di un certo interesse riguarda il numero elevato di manager che conoscono il neuromarketing a livello generale e il buon numero che lo ha già utilizzato in specifici approcci di ricerca.
Per i Marketer intervistati la pubblicità e l'impatto emozionale del brand sono il primo campo di applicazione operativo del Neuromarketing.
In effetti lo studio della pubblicità è stato anche per 1to1lab l'ambito in cui è stato sviluppato il primo approccio integrato, combianado l'eeg-biofeedback e l'eyetracking, per sviluppare una maggiore e più profonda conoscenze delle dinamiche percettive e decisionali associate alla pubbblicità e si appresta a rendere disponibili per il mercato, tra poche settimane, i primi dati di una ricerca su un campione di oltre 300 pubblicità tv analizzate utilizzando la stessa metodologia a partire dal 2005.
Quanto ai mezzi di informazione Internet è oggi la principale fonte sul Neuromarketing ma nel prossimo futuro la richiesta è di avere più contatti diretti con gli esperti della materia e specifiche attività in aula.
In realtà, si può leggere tra le righe una domanda di approfondimento tecnico e strategico che va oltre la semplice informazione divulgativa che solleva, allo stesso tempo, la questione della mancanza di un indirizzo specialistico di formazione di Neuromarketing a livello universitario e post-universitario.
Il dibattito è aperto.
Related Posts with Thumbnails