sabato 14 giugno 2008

Emozioni e calcio: la partita vissuta nell'ipermercato



La passione sportiva può travolgere il tifoso in qualunque momento. Può avvenire che una persona si trovi coinvolta in una doppia esperienza emozionale nello stesso luogo e nello stesso momento: il luogo è un ipermercato e il momento è la partita della nazionale italiana di calcio contro la Romania. Nel momento della partita che abbiamo chiamato "la parata di Buffon" il cliente si è trasformato in tifoso e ha trasferito tutta la sua attenzione sulla partita e sulla vicenda in corso che ha modificato il climax dello shopping in climax della partita di calcio. Abbiamo seguito da vicino tale trasformazione (utilizzando il biofeedback e la videoregistrazione) che ha portato il giovane consumatore in una dimensione emozionale completamente avulsa dal luogo. La componente spazio-temporale è saltata, lui era li dentro la partita, accanto a Buffon (o forse dietro il giocatore rumeno per distrarlo in modo subliminale...) il portiere più bravo del mondo per sostenerlo insieme ad altri milioni di italiani. Il wall espositivo delle tv in vendita è diventato improvvisamente la grande finestra sullo stadio e le emozioni sono scaturite senza remore e flitri. La dove l'assegnazione del rigore aveva aperto la botola sul baratro senza fondo dell'inferno la successiva parata di Buffon è diventata il momento liberatorio, il ritorno alla vita, la promessa di un futuro migliore. Le emozioni vissute dal giovane tifoso in quei momenti hanno havuto il sopravvento anche sulla delusione provocata dal risultato finale, il fatidico 1 a 1 che lascia ancora aperta la possibilità di una qualificazione dell'Italia alla fase successiva dell'Europeo. La speranza resta viva, il tifoso si trasforma in shopper e riprende la sua spesa, ma in uno stato di esaltazione emozionale che forse potrà influire sulle scelte di acquisto dei minuti successivi.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Voglio confermare l'alto livello di emozione che si percepiva in quell'istante: l'ansia, la curiosità, l'adrenalina erano raddoppiate perchè la nostra nazionale si giocava la qualificazione all'europeo e stavamo anche partecipando a un'esperienza unica e irripetibile...credo che il biofeedback sia andato in corto!!

RiccaTreccia ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

Immagino che i valori siano andati fuori scala!
Ma a questo punto mi chiedo: perché il cliente non ha acquistato il televisore dentro il quale Buffon ha parato il rigore? (chiedo scusa, non ho potuto trattenermi)
Comunque per quanto riguarda il coinvolgimento del tifoso ho avuto esperienza diretta. Eravamo al supermercato per fare gli acquisti necessari a sostenere un match calcistico della nazionale (molta birra, molti stuzzichini), quello con l'Olanda se non sbaglio, e ad un certo punto il mio amico, che chiameremo GFT per la privacy, ha messo a fuoco lo "scaffale del tifoso", pieno di quegli oggetti ad uso e consumo di tifosi entusiasti e non-ultrà.
Nonostante non stiamo parlando di un ragazzino di 14 anni, il suddetto amico si è portato via:
1.bandiera dell'Italia (niente di male, ok, ma ne aveva un'altra a casa)
2.trombone ad aria (non compressa, ma da comprimere a mano con una specie di pistone)
3. numero 2 maracas dal suono irritante è dir poco
4. stelle filanti
Tutto ovviamente tricolore.
Ora, qualcuno può spiegarmi come un individuo mentalmente stabile - all'apparenza almeno, anche se di base ha una propensione per la gadgetistica futile - possa essere proiettato in un immaginario così vivido da spingerlo ad un acquisto seriale di tale portata?
Forza Italia!! (ora si può)
MX

Giovanna Ricci ha detto...

Ciao MX,
ci chiedi perchè lo shopper non ha acquistato il televisore...In quel momento l'oggetto dell'attenzione non era il televisore in quanto oggetto/prodotto; era solo una porta di apertura verso un altro luogo, un'altra situazione. In quel momento si è creato un luogo nel luogo, che poi in generale è quello che la televisione fa da sempre: portare il mondo a casa nostra (in questo caso il supermercato).E' una simultaneità despazializzata: lo shopper ha condiviso un'esperienza forte con altre migliaia di persone che si trovavano in luoghi diversi.
Riguardo al tuo amico...non è lui che ha messo a fuoco lo scaffale, ma lo scaffale che ha messo a fuoco lui! Ti spiego perchè è un'affermazione un po'forte. Probabilmente quello scaffale, quei gadget, hanno attivato dei nella mente del tuo amico dei collegamenti mnemonici ad esperienze pregresse, delle evocazioni,associazioni,degli schemi cognitivi che l'hanno portato all'acquisto. Tutto questo naturalmente è avvenuto a livello inconscio. Probabilmente se al tuo amico fosse stato chiesto prima di dichiarare ciò che intendeva acquistare, non avrebbe mai indicato ciò che invece ha comprato...E questo credimi, avviene sempre e con tutte le categorie di prodotti, utili o futili che siano...

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