Ho avuto il piacere di partecipare come relatore al convegno sull'email marketing durante l'ultimo Iab Forum a Milano. Nel mio intervento ho cercato di proporre un nuovo approccio di usability test per le newsletter utilizzando il biofeedback e l'eyetracking. Il pubblico in sala, più di 400 persone, ha seguito con attenzione e ci sono state anche alcune domande interessanti, segno che c'è spazio anche per argomenti "inusuali". Gli altri colleghi relatori hanno raccontato le loro aziende ed esperienze (sostanzialmente simili) per altre 2 ore!
Cosa hanno raccontato gli attori dell'email marketing ad un pubblico assetato di novità? Praticamente le stesse cose che ripetono ritualmente ogni anno (per ammissione di qualcuno degli stessi relatori!). Ed ecco le mie umili considerazioni sull'esperienza. Da frequentatore del web di vecchia data posso affermare che il livello delle argomentazioni suonava molto simile a quanto si sentiva nei dibattiti fine anni '90 sul meravigliosao mondo della Rete. Milioni di contatti ..., successo assicurato se ci si affida ai professionisti seri ..., creare amorevolmente le liste perchè sono il bene primario di ogni azienda ..., fare in modo che i contatti si svolgano in un clima di reciproca fiducia (tra cliente e azienda) ecc... Noia, noia, noia! E questo sarebbe il risultato di più di dieci anni di web marketing experience? Dove sono i modelli di marketing o di email marketing? Dove sono gli strumenti di analisi che il marketing online ha messo a punto con raffinata perspicacia in questi anni? Per non parlare dei nuovi spunti che arrivano dalle neuroscienze, dal design, dall'ergonomia cognitiva, dalla comunicazione interattiva, dal web 2.o ecc... Niente, solo affermazioni di efficienza, di capacità di gestire le liste, di validare i contatti (i contenuti, per inciso, sono spesso a carico del cliente!). E mentre ascoltavo lo scorrere delle varie relazioni, assorto - lo ammetto - spesso in altri pensieri mi è venuto da pensare che in breve, siamo ritornati ai vecchi discorsi del vecchio e polveroso direct marketing pre Internet. Forse è il caso di parlare meno di liste e più di contenuti, o meglio di come creare contenuti che siano più interessanti e coinvolgenti per i clienti.
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